Ambiente e civiltà
La cultura di un paese si misura dalla cultura dall’ultimo uomo di quel paese
Mi sento di poter affermare che nulla vale l’esasperata ricerca di contemporaneità se non si avvale del buono che ci giunge la passato. Credo che la vera contemporaneità risieda nel riscoprire quanto di bello, di sano e di giusto echeggi dal nostro passato. Questo nella musica, nel cibo, nei valori, bell’abitare, nell’artigianato, nell’arte, nella cura del territorio, nei canti e nelle nenie, nelle fiabe e nelle ninne nanne, nello sciroppo di rosa, nel pinzimonio, nella bagnacauda, nella farinata, nel cous cous, nel coltivare un orto, nel pulire una spiaggia, nel salare le acciughe, nel remare un gozzo, nel pane con olio e sale, nel ammirare il paesaggio, nel percepire il canto delle cicale, in una casa di campagna sventrata dall’abbandono poi salvata a nuovo destino, un vicinato elettivo, amicizie sane e senza secondi fini, il rispetto degli anziani, un cordolo a proteggere l’infanzia. La politica che torni ad essere rappresentanza, simbolo, e ascolto delle persone che rappresenta inclusi i bambini. La contemporaneità, pensiero e azione contemporanea; il nostro passato valido reso attuale dalla nostra consapevolezza e dal nostro sapere scientifico e tecnologico. Il resto è menzogna. Perché il rispetto dell’ambiente è già di per se sviluppo. La tutela dell’ambiente è sviluppo.